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#I love Will…a tribute to Shakespeare’s immortal genius

“Succeda quel che succeda, i giorni brutti passano, esattamente come tutti gli altri”

In un periodo di incertezza, smarrimento e profonda riflessione qual è stato quello della quarantena imposta dalla pandemia, la “riscoperta” di William Shakespeare, autore immortale vissuto più di 400 anni fa, sembra quanto mai attuale. Oggi come allora il lockdown imposto da nemici invisibili e mortali (il coronavirus di oggi e la peste di allora), l’incertezza e lo sconforto della consapevolezza di un “prima” e un “dopo” nettamente distinti (la vita che conducevamo, quasi senza pensarci, qualche mese fa, e un “dopo” completamente sconosciuto, un “dopo” determinato da paura, incertezza e oscurità), in una dimensione di “tempo sospeso”. Anche Shakespeare è vissuto in un clima di incertezza generale, caratterizzato dalla fine di un “prima” ormai tramontato (la Golden Age della regina Elisabetta I) e dal confuso inizio di un “dopo” ancora avvolto dall’oscurità. Ma in questa fase transitoria di attesa di un futuro meno oscuro, Shakespeare mette in scena la condizione universale e senza tempo dell’uomo. E lo fa con il potere della grande letteratura, che parla sempre e in ogni epoca, e in ogni epoca risorge sempre nuova. Le sue opere teatrali, tragedie e commedie, da quattro secoli continuamente rappresentate in tutto il mondo, sono una delle espressioni più alte di arte, e ciò si deve alla loro capacità di indagare il cuore e l’animo umano, l’amore e l’odio, il desiderio assoluto di potere e l’introspezione esistenziale che caratterizzano ogni essere umano e in cui ognuno può riconoscersi, oggi così come 400 anni fa. La modernità di Shakespeare non è solo nella capacità di rivelarci le più diverse psicologie, ma anche, da autore teatrale che lavora sul reale attraverso la finzione, nel mostrarci il confine spesso labile tra vita e sogno (“We are such stuff as dreams are made on and our little life is rounded with a sleep…Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita” – La tempesta, atto IV, scena I). Possiamo dire che Shakespeare ha cambiato il modo di guardare e indagare la natura umana sia coi tanti sonetti, in cui prevale l’attenzione all’interiorità, sia col teatro, e i suoi personaggi sono tutti diventati icone ben note in quel grande palcoscenico che è la vita.

All the world’s a stage, And all the men and women merely players; They have their exits and their entrances, And one man in his time plays many parts 

Bravissimi i ragazzi della classe 3O che hanno reso un loro tributo al genio shakespeariano in modo creativo e fantasioso, personalizzando l’interesse suscitato dalla scoperta dell’autore e di alcune delle sue opere più famose.

Angela Del Vecchio